Finanza Comportamentale: quando credi di poter gestire le tue finanze
Spesso si sente parlare della psicologia del denaro, della finanza comportamentale, dei bias cognitivi , dell’euristica comportamentale, ecc…
Ma cosa sono realmente?
In questo articolo voglio sintetizzarti in pochi concetti quelli che sono i bias cognitivi e i comportamenti più comuni quando si tratta di investimenti.
Prima di iniziare, lascia che mi presenti: sono Lorenzo Ghirigato e dal 2023 sono un consulente finanziario indipendente iscritto all’albo.
Negli anni passati, ho collaborato con una nota società italiana di formazione finanziaria in cui avevo il ruolo di tutor formativo per i clienti della società. In sostanza ero il loro punto di riferimento riguardo alla formazione finanziaria.
Grazie a questa esperienza mi sono accorto che la sola formazione non era sufficiente per soddisfare le esigenze delle persone, così ho deciso di diventare un consulente finanziario indipendente e avere la possibilità di seguire i miei clienti a 360° sulle loro finanze.
Ma torniamo a noi…
Cos’è la finanza comportamentale?
Quando si parla di finanza comportamentale, ci si riferisce ad una branca della psicologia che si occupa di studiare i comportamenti non razionali degli investitori nel momento che prendono le decisioni per i loro investimenti.
In pratica, è emerso che in alcune situazioni, gli investitori vengono pervasi da emozioni ed errori cognitivi che influenzano il loro processo decisionale andando ad impattare sui loro investimenti.
Alcune trappole comportamentali
Ecco alcune tra i più famosi e diffusi comportamenti finanziari:
- “sell in may and go away”
Quante volte hai sentito questo detto?
Secondo questo detto i mercati avrebbero una crescita consistente per la prima metà dell’anno per poi stabilizzarsi o diminuire dal mese di maggio in avanti - “effetto gennaio”
così come in altri ambiti, anche nella finanza si crede che con l’arrivo del nuovo anno, le opportunità nei mercati dovrebbero incrementare.
Addirittura c’è chi sposa appieno questa ideologia e acquista poco prima di gennaio per rivendere nei primi giorni di febbraio… - “effetto lunedì”
secondo questa credenza, il lunedì è una giornata particolarmente negativa per i mercati in quanto il malumore degli investitori che rientrano al lavoro dopo il weekend si ripercuoterebbe sulle loro operazioni e quindi sui mercati
Beh, cosa ne pensi?
Da un lato sembrano ragionevoli, dall’altro però sembra alquanto improbabile che questi comportamenti siano reali, giusto?
Ebbene, non è una scienza esatta, ma questi comportamenti sono reali e ogni tanto si verificano…
Ecco gli 8 maggiori bias cognitivi
Tra i vari studi della finanza comportamentale, una buona parte viene dedicata ai bias cognitivi.
Si tratta di errori di valutazione che il cervello compie inconsapevolmente.
Potremmo assimilarli a dei “pregiudizi”
Ti lascio una lista dei più comuni bias cognitivi noti fino ad oggi e per ogni bias trovi:
- un esempio del bias (commento in corsivo tra le parentesi quadre [“”])
- un piccolo commento su come gestire o evitare quel bias (parte in corsivo grassetto sottostante)
Home bias
Con “home bias” si intende alla caratteristica degli investitori che preferiscono investire in titoli di aziende locali che essendo più vicine a casa pensano di conoscere meglio
[“ah, questa azienda è della mia città, investiamoci il 20% del patrimonio”]
<<adottare una buona diversificazione elimina completamente questo bias>>
Overconfidence
È quel comportamento che porta l’investitore ad avere un’eccessiva fiducia nelle proprie capacità.
Solitamente chi è sotto l’effetto di questo bias tende a sopravvalutare i propri successi rispetto ai propri fallimenti.
[“sì sì, questa volta so che il mercato partirà al rialzo!”]
<<avere un supporto (foglio excel, app, webapp, piattaforma ecc) in cui tenere traccia dei movimenti e dell’andamento del portafoglio. In questo modo non ci si affida alla nostra interpretazione ma a dei dati inconfutabili>>
Confirmation bias
In questo caso l’investitore tende a dare maggior valore ai fatti che gli danno ragione (confermano il suo pensiero) rispetto a quelli che lo smentiscono.
[“Vedi?! L’ha detto anche quell’analista sconosciuto dal suo sperduto rifugio montano che questa è l’azione giusta”]
<<Anche in questo caso, affidarsi ad un report di dati analitico elimina l’interpretazione personale dell’investitore>>
Illusione del controllo
L’illusione del controllo si manifesta in quella situazione in cui l’investitore sopravvaluta le proprie abilità nell’avere tutto sotto controllo.
[“Non ti preoccupare, l’intera economia mondiale è sotto controllo!”]
<<Occorre sempre ricordarsi che è impossibile avere tutto sotto controllo. Ci sono infiniti fattori che un investitore non può controllare (guerre, eventi climatici, terrorismo, crisi finanziarie, ecc…)>>
Dissonanza cognitiva
Questo bias è collegato al confirmation bias, in quanto l’investitore tende a ignorare le informazioni che contraddicono o si discostano dalle proprie idee
[“Tizio mi ha detto che potrebbe esserci una recessione globale! È impossibile!”]
<<In questo caso, una buona prassi è quella di conoscere questi fenomeni psicologici e cercare di riconoscerli nel momento in cui si manifestano per poterli contenere>>
Eccessivo ottimismo
Questo bias si vede sempre nei giocatori d’azzardo.
Il soggetto tende a sopravvalutare ampiamente le probabilità di un evento positivo, sottovalutando o ignorando completamente le probabilità degli eventi negativi.
[“Questa è la volta buona, me lo sento!”]
<<Solitamente, questo bias si verifica in soggetti a cui mancano le informazioni importanti sulle probabilità. Per cui una buona strategia per contrastarlo è quello di informarsi bene sui rischi che si possono correre>>
Giudizio retrospettivo
In questa situazione, l’investitore tende a considerare ovvio un determinato esito quando in realtà tale esito non era prevedibile a priori.
[“era ovvio che il mercato ripartiva”]
<<Quando si investe, occorre sempre ricordare che nulla è prevedibile, altrimenti non esisterebbero le perdite…>>
Status quo
Questo bias credo sia quello maggiormente diffuso. Si tratta della difficoltà per gli investitori a cambiare la propria situazione
[“no, no è presto per vendere, vedrai che il mercato riparte…”]
<<Questo bias è abbastanza difficile da gestire in quanto è molto difficile capire (e soprattutto accettare) se la situazione attuale sia da cambiare o meno, per cui spesso gli investitori che hanno commesso un errore di valutazione all’inizio, tendono a prolungarlo all’infinito.
Una buona soluzione è quella di allenarsi ad escludere le emozioni dalle decisioni finanziarie>>
Perchè è importante conoscere i bias cognitivi?
Per poter essere un buon investitore è fondamentale che tu conosca te stesso/a e la tua mente.
I principali ostacoli che troverai sul tuo percorso finanziario sono tutti ostacoli creati dalla tua mente.
Investire non è facile. Ogni momento è buono per mettere in discussione quanto è stato fatto fino a quel punto (ho investito troppo? Oppure troppo poco? Il mercato salirà o scenderà? E se quei soldi mi servissero prima?…)
Rispetto al corso della storia dell’uomo, investire è un’attività piuttosto recente, per cui il nostro cervello non è programmato per convivere costantemente con questo tipo di esperienza.
Se consideriamo inoltre che gli investimenti spesso si protraggono per molti anni; è proprio il nostro cervello che ad un certo punto crea degli eventi (o interpreta diversamente quelli che accadono) in modo tale da ostacolare questo percorso
L’unica arma che hai da usare contro questo pericolo è la consapevolezza.
Essere a conoscenza di questi meccanismi ti permette di riconoscerli e arginarli appena si presentano, senza permettergli di ostacolare il tuo cammino verso la libertà finanziaria
Cosa sono le euristiche finanziarie?
Come moltissime discipline, anche la finanza ha le sue regole empiriche che guidano gli investitori a compiere le scelte finanziarie.
Tuttavia alcune di queste regole sono poco efficaci per avere una gestione efficiente del proprio patrimonio.
Vediamole assieme:
Diversificazione ingenua
Si tratta di quella situazione in cui l’investitore decide di suddividere il proprio patrimonio in maniera equa sugli strumenti selezionati; senza analizzare effettivamente se la quota di capitale sia coerente con lo strumento
[“il mio portafoglio va benissimo! In ogni strumento investo il 5% del capitale”]
<<Questa situazione è valida in alcuni rari contesti, nella maggior parte dei portafogli occorre analizzare lo strumento finanziario e stabilire correttamente la quota di capitale da investire>>
Rappresentatività
Avviene quando l’investitore associa un evento casuale ad uno stereotipo, o un luogo comune o una situazione analoga che non ha nulla a che fare con l’evento in sé
[“ah sì! Te lo dicevo che la Cina è forte sul mercato!”]
<<Per ovviare a questa euristica serve avere sempre i piedi per terra. Quando ti sembra che la situazione sia troppo ovvia, fermati e analizzala a fondo>>
Disponibilità
È quando l’investitore dà maggiore considerazione alle informazioni facilmente disponibili senza approfondire con analisi mirate la loro scelta
[“Ho visto sul giornale questa società, investici pure il 10%”]
<<Questo bias tiene in considerazione solamente delle informazioni forti, ignorando quelle più nascoste. Per questo, soprattutto se si investe nelle singole società o in mercati di nicchia, è buona cosa fare delle analisi approfondite prima di investire>>
Ancoraggio
È quando l’investitore prende decisioni finanziarie ricollegandosi ad eventi passati come prezzi storici, cambi di management o grosse notizie.
[“Ecco! Come l’altra volta è scesa del 10% e poi era ripartita per un lungo rialzo! Acquistala ora!”]
<<Questa situazione si verifica quando vengono prese decisioni sull’onda dell’emotività.
Ricordati sempre di gestire il tuo lato emotivo.>>
Affetto
L’euristica dell’affetto è quando l’investitore compie scelte finanziarie ignorando ogni tipo di analisi e seguendo solamente le emozioni del cuore
[“Tifo la squadra XXXXXXX per cui compro le sue azioni!” “Ho comprato quell’auto, per cui compro le azioni della casa automobilistica!”]
<<In questo caso c’è poco da dire. Le emozioni devono essere controllate. Ci sta compiere questo tipo di investimenti, però occorre considerare l’impatto che hanno sull’intero portafoglio.>>
Istinto gregario
Hai mai sentito parlare di “seguire il gregge?” O la frase “essere pecoroni?”
Bene. l’istinto gregario è proprio quello di compiere scelte solamente perchè sono eseguite dalla massa
[“Ho sentito che tutti hanno comprato XXXXXX, per cui devo averlo in portafoglio anch’io”]
<<Per ovviare a questo problema serve chiedersi: “mi serve veramente quello strumento finanziario?”
Aiutarsi con una buona pianificazione semplifica sempre le cose>>
Conclusione
Il mondo finanziario viene spesso visto come qualcosa di complesso, di tecnico, in cui occorrono anni di studi e poi di esperienza…
In realtà non è detto che debba per forza essere così
Nel momento che impari a padroneggiare poche e semplici regole, ti renderai conto che è più semplice di quello che ti hanno sempre detto.
Ecco, in questo articolo trovi quelle che sono le maggiori casistiche relative alla finanza comportamentale, impara prima a riconoscerle e poi a gestirle.
Se ci riuscirai, non dovrai preoccuparti per il tuo patrimonio
Eccoci alla fine di questo articolo!
Mi auguro che ti sia utile ora e per tutta la tua esperienza con gli investimenti.
Salvatelo tra i preferiti in modo da averlo sempre sotto mano e condividilo sui social e con i tuoi amici
Noi ci rileggiamo nel prossimo articolo!
A presto!
Lorenzo
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